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domenica 19 marzo 2017

Quando dormivo senza pigiama, non godevo ancora di questo panorama. Ohibò, c'è un papà nel mio letto! Non vorrei dare un giudizio affrettato ma sembra quello praticamente perfetto. Mamme, polpette, domeniche indaffarate e sentori di sviolinate

Questa mattina mi sono svegliata
come succede da due mesi a questa parte: tutta sudata.
Con la maglietta di latte macchiata,
e più di quando sono andata a letto assonnata.
"Ma un dì non dormivi senza pigiama
sul comodino una bella tazza di tisana?"
per giunta, per affondar il pugnale
le scorpione hanno detto anche "la cosa illegale":
''Non eri quella per sempre venticinque?
A guardare la tua cera ora, non è questo il tratto che ti distingue''.


La cosa più saggia, ma poco cortese,
sarebbe stata mandarle a quel paese,
ma siccome sono una donna educata
contando fino a dieci ho evitato la piazzata
e a bere una moka di caffè mi son fiondata.


Mentre sorseggiavo dalla tazzina bollente
un pensiero improvviso mi ha invaso la mente.
Non hanno tutti i torti, le perfide scorpione,
anzi, oserei dire: praticamente hanno ragione.
In effetti c'è qualcosa che non torna
''Mi sono appena alzata
eppur l'occhiaia ho profonda
e se conto i miei anni
mi pare di aver vissuto cento capodanni".
Dov'è il problema: basta un tubetto di correttore
ed ecco che la faccia ha di nuovo un vero colore.
Per l'età, poi, c'è poco da fare
anzi un rimedio esiste: smettere di contare.


Per quanto la cosa possa suonare bizzarra,
vi dirò la verità, senza sviolinate con la chitarra:
mi frega poco del (giallo) colorito,
della stanchezza, del tono sbiadito,
della forza di gravità
che un giorno noi tutti seppellirà.
Perché c'è qualcosa di ben più prezioso
che questo corpo fa sentire rigoglioso,
che mi fa ogni giorno perdere la testa,
che mette il mio cuore in modalità festa,
che mi ha fatto qui tornare ispirata
a raccontare la mia vita cambiata.


Ciò che mi fa dimenticare quel che non mi piace
è lì, che nel mio letto giace:
parlo di un ragazzo bello come il sole
che il baffo ''a manubrio'' da qualche tempo vuole.
Che mi dice: ''sei la mia principessa''
anche quando la cosa mi lascia perplessa,
che cucina quando sono sfinita
e ciò che sogno è solo farmi una dormita.
Che mi guarda e nei suoi occhi vedo il mare
che gioca con me e dinoccolato mi fa ballare.
Che mi ha fatto diventare Lorella Cuccarini
e fa volare ogni notte, senza casini.
Che pure se ho torto, sa darmi ragione
ovvio, non vuole sorbirsi l'ennesimo sermone...
Che sembra un orso ma il cuore ha di crema
io l'ho notato subito, mica sono scema.
E pensare che quando l'ho incontrato
era solamente un pischello sbarbato
qualcuno, pensate, lo chiamava Cicciobello
eppure il mio animo ha liberato dal fardello.


Ma qui la faccenda non è finita
ogni cosa importante va sempre ribadita:
cos'ha di speciale questo aitante fico?
Ok, se insistete, senza esitare ve lo dico:
non solo è un ragazzo degno di nota,
ora è un papà, come dire, il copilota.
Tutto è iniziato con tè e biscotti tunisini
tra scaffali di libri che suonavano come violini.
Poi varie lettere, una fuga, un chupito flambé,
e dopo qualche tempo siamo diventati tre.
Quello più piccolo al grande è uguale
aggiungere altro sarebbe troppo banale.


Questo San Giuseppe, per lui il più speciale,
gli ricordiamo che neanche Ashton è un rivale.
Charlotte e mister Polpetta adorata
dedicano a lui questa specie di serenata.
Tutti i sentimenti a nudo mettiamo
e in rima, col cuore, gli ricordiamo che lo amiamo.
Preferivi forse un biglietto per Dubai?
Su, non disperare: un giorno andremo insieme alle Hawaii.
Aspettiamo giusto una dozzina di mesi
sognando paesaggi neozelandesi.


Tu, intanto, facci un favore:
non smettere di fare il babbo fischiatore
facci ancora sentire in paradiso
e già che ci sei facci una sorpresa senza preavviso.
Se lo permetti ti do un consiglio
è un'idea geniale, (modestamente) mia e di tuo figlio:
molliamo tutto e il mondo giriamo
facciamo ciò che da sempre immaginiamo.
Non aspettiamo di andare in pensione
diciamo no all'automazione.
Pensiamo sempre un pochino più in grande
senza timore di restare in mutande.
Il terrore più grande, si sa, è sempre il vuoto
ma non c'è niente da temere se hai fatto un corso di nuoto.
Beh, oramai il concetto ti è chiaro,
quindi basta parole, è tempo di divano.


Prima, però, di salutare
al mio papà F. il pensiero più dolce voglio dedicare:
sei l'uomo più meraviglioso che ho incontrato sulla terra
dall'Australia, a Canepina, allo Stretto di Gibilterra.
Tanto lo sai, anche se fai il modesto
ma di avere un abbraccio in più volevo il pretesto.
Un augurio infine a tutti i papà
ma le rime ho finito e chiuderò con un trallallà.
Anche perché qualcuno ha fatto la popò,
ci pensi tu, papà? Io torno nel letto, giusto per un po'.