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domenica 14 maggio 2017

Sembra impossibile finché non lo fai. Dopo, in un certo senso, ti senti alle Hawaii. Autocelebrazione della mamma (senza colazione a letto)

La calma piatta di una domenica normale?
Non direi proprio, questo è un giorno molto speciale:
si festeggiano le mamme di tutto il mondo,
quelle con le facce stanche o il sedere rotondo;
quelle appena nate, quelle belle e navigate;
quelle coi capelli bianchi e quelle perfette e mechate;
quelle esaurite che non dormono da mesi;
quelle orientali, danesi e norvegesi;
chi dentro la pancia ha solo un semino
che tra qualche mese diventerà un bambino;
chi ha perso la memoria e non ricorda suo figlio
e quando lo vede lo accoglie con uno stanco sbadiglio;
le cozze e le milf, cioè le superfighe
quelle sempliciotte e quelle che leggono tra le righe.




Donne meravigliose, uniche, essenziali,
che hanno (quasi) sempre soluzioni geniali.
Poi c'è la mia che è la numero uno
e ovviamente non la paragonerò a nessuno.
Per la prima volta festeggia pure la sottoscritta
quindi lo ammetto: sì, l'amore mi ha trafitta.
Sono ancora io ma il cuore ho più grande
pieno di crema, di panna e di altre sdolcinate vivande.



Vi risparmio tutte le cose sentite e risentite
tanto le scorpione confermano che non sarebbero capite.
Però mi sembrava giusto dedicarmi un sonetto,
un momento di autocelebrazione ci sta
dopo quel morbido maschietto.
Lo so, preferivate la colazione a letto
ma per quella chiedete (PER FAVORE) al vostro dirimpetto.




Tornando a quell'ometto che dorme quanto basta
più ci rifletto
più la gioia mi sovrasta.
Ma essere mamma vuol dire tante cose
il che significa che ci sono anche le spine, non solo le rose.
Riso, pianto, sentirsi inadeguate
amore a palate, scoperte e anche un po' di unghiate.
Prima isterica, poi estatica, dell'ormone sei in balia,
sarà stato così pure per la più celebre Maria?
Dita in bocca, bavette e vomitini
sembra assurdo, ma anche quelli a una mamma sembran carini.
Urla ininterrotte, perenne torcicollo
''chiamo il pronto soccorso''
così, tra capo e collo.
''Quanto pesa?'' ''Dorme?'', le domande di rito
da quando F. ha emesso il suo primo vagito.
Ormai mi è cambiato il cuore, il seno e la testa,
a volte è un campo di peonie, a volte una tempesta.



Per dire, oggi è un giorno strano e un pensiero mi tormenta
domani torno a lavorare e ho paura: sarò una mamma disattenta?
Lo so, son paranoie, ma fanno parte del gioco,
l'ho imparato in questi mesi, che sono stati di fuoco.
Raccontarli in rima sarebbe una lunga impresa
ma viste le notti (insonni), semmai, preferisco mettermi distesa.


Per concludere questo momento ''narciso''
una considerazione secca
della quale nessuno mi aveva dato avviso:
non so come facessi prima di gennaio
quando una linea di febbre non era certo un guaio,
quando il tempo era tutto per me (e te)
e solo per divertimento facevo le tre
quando non pensavo a vaccini e asili nido
semmai con la mente (e il corpo) vagavo per qualche esotico lido
quando potevo andare in giro con la chioma al vento
e quando dormivo non sentivo alcun lamento.



Ora la casa è piena di elefanti
sonagli, ciuccetti, rinoceronti dondolanti;
ho già cambiato centinai di pannolini
aspirato caccolette, sbaciucchiato piedini.
Sembra tutto impossibile finché non lo fai
dopo, in un certo senso, ti senti alle Hawaii
spiegare il motivo è davvero insensato
so solo una cosa: il mio cuore è beato.
In fondo le passioni non ti mandano a dormire
di tempo ne avrai, no?, per startene a poltrire.
Buona giornata anche a te che sei mamma
non far spegnere mai la tua ardente fiamma.
Il tempo a disposizione adesso è finito
e come ogni volta da queste parti, è stato squisito.
Ah dimenticavo una cosa sacrosanta,
la verità più assoluta, il pezzo da novanta:
anche quando ha torto, una mamma ha ragione,
così da mezzanotte alla successiva colazione.






domenica 19 marzo 2017

Quando dormivo senza pigiama, non godevo ancora di questo panorama. Ohibò, c'è un papà nel mio letto! Non vorrei dare un giudizio affrettato ma sembra quello praticamente perfetto. Mamme, polpette, domeniche indaffarate e sentori di sviolinate

Questa mattina mi sono svegliata
come succede da due mesi a questa parte: tutta sudata.
Con la maglietta di latte macchiata,
e più di quando sono andata a letto assonnata.
"Ma un dì non dormivi senza pigiama
sul comodino una bella tazza di tisana?"
per giunta, per affondar il pugnale
le scorpione hanno detto anche "la cosa illegale":
''Non eri quella per sempre venticinque?
A guardare la tua cera ora, non è questo il tratto che ti distingue''.


La cosa più saggia, ma poco cortese,
sarebbe stata mandarle a quel paese,
ma siccome sono una donna educata
contando fino a dieci ho evitato la piazzata
e a bere una moka di caffè mi son fiondata.


Mentre sorseggiavo dalla tazzina bollente
un pensiero improvviso mi ha invaso la mente.
Non hanno tutti i torti, le perfide scorpione,
anzi, oserei dire: praticamente hanno ragione.
In effetti c'è qualcosa che non torna
''Mi sono appena alzata
eppur l'occhiaia ho profonda
e se conto i miei anni
mi pare di aver vissuto cento capodanni".
Dov'è il problema: basta un tubetto di correttore
ed ecco che la faccia ha di nuovo un vero colore.
Per l'età, poi, c'è poco da fare
anzi un rimedio esiste: smettere di contare.


Per quanto la cosa possa suonare bizzarra,
vi dirò la verità, senza sviolinate con la chitarra:
mi frega poco del (giallo) colorito,
della stanchezza, del tono sbiadito,
della forza di gravità
che un giorno noi tutti seppellirà.
Perché c'è qualcosa di ben più prezioso
che questo corpo fa sentire rigoglioso,
che mi fa ogni giorno perdere la testa,
che mette il mio cuore in modalità festa,
che mi ha fatto qui tornare ispirata
a raccontare la mia vita cambiata.


Ciò che mi fa dimenticare quel che non mi piace
è lì, che nel mio letto giace:
parlo di un ragazzo bello come il sole
che il baffo ''a manubrio'' da qualche tempo vuole.
Che mi dice: ''sei la mia principessa''
anche quando la cosa mi lascia perplessa,
che cucina quando sono sfinita
e ciò che sogno è solo farmi una dormita.
Che mi guarda e nei suoi occhi vedo il mare
che gioca con me e dinoccolato mi fa ballare.
Che mi ha fatto diventare Lorella Cuccarini
e fa volare ogni notte, senza casini.
Che pure se ho torto, sa darmi ragione
ovvio, non vuole sorbirsi l'ennesimo sermone...
Che sembra un orso ma il cuore ha di crema
io l'ho notato subito, mica sono scema.
E pensare che quando l'ho incontrato
era solamente un pischello sbarbato
qualcuno, pensate, lo chiamava Cicciobello
eppure il mio animo ha liberato dal fardello.


Ma qui la faccenda non è finita
ogni cosa importante va sempre ribadita:
cos'ha di speciale questo aitante fico?
Ok, se insistete, senza esitare ve lo dico:
non solo è un ragazzo degno di nota,
ora è un papà, come dire, il copilota.
Tutto è iniziato con tè e biscotti tunisini
tra scaffali di libri che suonavano come violini.
Poi varie lettere, una fuga, un chupito flambé,
e dopo qualche tempo siamo diventati tre.
Quello più piccolo al grande è uguale
aggiungere altro sarebbe troppo banale.


Questo San Giuseppe, per lui il più speciale,
gli ricordiamo che neanche Ashton è un rivale.
Charlotte e mister Polpetta adorata
dedicano a lui questa specie di serenata.
Tutti i sentimenti a nudo mettiamo
e in rima, col cuore, gli ricordiamo che lo amiamo.
Preferivi forse un biglietto per Dubai?
Su, non disperare: un giorno andremo insieme alle Hawaii.
Aspettiamo giusto una dozzina di mesi
sognando paesaggi neozelandesi.


Tu, intanto, facci un favore:
non smettere di fare il babbo fischiatore
facci ancora sentire in paradiso
e già che ci sei facci una sorpresa senza preavviso.
Se lo permetti ti do un consiglio
è un'idea geniale, (modestamente) mia e di tuo figlio:
molliamo tutto e il mondo giriamo
facciamo ciò che da sempre immaginiamo.
Non aspettiamo di andare in pensione
diciamo no all'automazione.
Pensiamo sempre un pochino più in grande
senza timore di restare in mutande.
Il terrore più grande, si sa, è sempre il vuoto
ma non c'è niente da temere se hai fatto un corso di nuoto.
Beh, oramai il concetto ti è chiaro,
quindi basta parole, è tempo di divano.


Prima, però, di salutare
al mio papà F. il pensiero più dolce voglio dedicare:
sei l'uomo più meraviglioso che ho incontrato sulla terra
dall'Australia, a Canepina, allo Stretto di Gibilterra.
Tanto lo sai, anche se fai il modesto
ma di avere un abbraccio in più volevo il pretesto.
Un augurio infine a tutti i papà
ma le rime ho finito e chiuderò con un trallallà.
Anche perché qualcuno ha fatto la popò,
ci pensi tu, papà? Io torno nel letto, giusto per un po'.