Che la notte sia il posto dell'ispirazione non è una novità. Di certo quelli centenari la notte dormono. E lo fanno nudi. Perché gli elastici di slip e pigiami rallentano la circolazione del sangue che invece i centenari non vogliono assolutamente ostacolare. Dormono nudi. Io invece scrivo vestita. Perché stanotte ho il privilegio di approfittare della notte come di una pagina bianca. E di parlare onestamente come si fa quando si ha bevuto un bicchiere in più o quando il sonno sta per prendere il sopravvento e tutte le barriere che mettiamo ogni giorno svaniscono e lasciano spazio a quella parte che, pulita o sporca o timida o dirompente o imbarazzata, teniamo sempre un po' nascosta perché poi gli altri che la scoprono chissà cosa pensano di noi. O chissà che uso improprio potrebbero fare della nostra nudità (in termini metaforici).
Quella di vedere il proprio interlocutore nudo è una strategia vincente per farci sentire tutti sullo stesso livello e per evitare imbarazzi inutili. Esempio: se devo parlare ad un gruppo di persone che mi guarda con lo sguardo perso nel vuoto aspettando la frase intelligente che mi farà meritare il loro consenso - e che io non dirò - basterà annientare la paura immaginando tutti gli spettatori nudi e magari seduti al bagno la mattina. (Ora non abbiate paura a parlare con me: succede solo in determinate occasioni). Con questo esercizio è scientificamente provato che il battito cardiaco tornerà regolare e riusciremo di nuovo, nel giro di qualche minuto, a produrre saliva.
Da quando mi hanno suggerito questo metodo di sopravvivenza, buona parte della mia esistenza si è semplificata. Onestamente dirò che non funziona in tutte le circostanze, tipo non funziona quando sono a danza e la mia maestra mi insulta o peggio mi ignora. Perché immaginare certe persone nude è impossibile. Ma questa è una parentesi autobiografica che non ha alcuna ragione di esistere in un blog dove si aspira a fare quello che fin troppe volte ho detto: diventare centenari in un certo modo. Il perché di tutto questo è assurdo o forse irrilevante, soprattutto quando si fanno discorsi impegnati come quello sopra e non ci si può permettere di perdere il filo.
Insomma, starsene nudi a parlare di fronte ad un interlocutore nudo e magari con i rotoli o la deplorevole buccia di arancia (che è peccato solo nominare nel pianeta della perfezioni in cui viviamo) è un modo come un altro per salvarsi da paure, aspettative, errori.
Per muoversi nudi e con nonchalance però è necessaria una cosa: lo stile. Perché da nudi non si può essere impacciati o camminare con le spalle curve o con il desiderio di scomparire o sotterrarsi. Soprattutto quando sai che qualcuno ti sta sbirciando oltre quello che umanamente si vede.
Ormai è naturale: le persone si conoscono sempre meno dal vivo, perché per conoscere una persona basta sbirciare nella sua vita. Si accende il computer per scoprire come e dove ha passato le vacanze, con chi si è lasciato e con chi si lascerà, dove è probabile incontrarlo domani sera e a che ora si è svegliato e se ha gradito la carbonara della nonna di sua cognata. E' normale pure salutare una persona cliccando sul mouse invece che emettendo un ciao. Poi c’è tutta la componente di desiderare di essere sbirciati che alimenta il circolo vizioso.
Tagliando corto, direi che sarebbe opportuno sottoporsi ad un nuovo test per capire se siamo spioni o no e se sì in che misura e se ci piace farci spiare e quanto. Ormai abbiamo tutti scoperto di essere forever25 – anche se secondo me qualcuno under18 ha mentito sul risultato del test precedente - e quindi sarebbe un sacrilegio rifiutarsi di conoscersi ancora un po’.
Prima di cominciare vorrei precisare una cosa: sono una persona normale e sana di mente e non una squilibrata che non ha un cavolo da fare. La mia è una missione umanitaria e non un modo per sfogare l’egocentrismo.
1) Sono andato in vacanza a Zanzibar, quando torno:
a) trovo il modo di andare a fare il lavapiatti nell’isola delle meraviglie;
b) mi imbottisco di Lexotan per restare calmo e tranquillo e non alzare la voce con chi so io;
c) metto tutte le mie foto su Facebook.
2) C’è la donna/l’uomo della mia vita davanti a me cosa faccio:
a) la/lo invito alla sagra delle castagne;
b) controllo che non sia accompagnata/o;
c) le/gli chiedo il contatto di Facebook così, prima di farmi avanti, posso scoprire che persona è: in questo mondo non ci si può fidare di nessuno.
3) Il mio dirimpettaio gira sempre in mutande per casa:
a) vado in giro nudo pure io, tanto tra nudi non c’è niente da vergognarsi;
b) tengo la tenda tirata e la apro ore pasti (quando lui si riveste);
c) faccio gli appostamenti per saperne di più.
4) Al ristorante la coppia nel tavolo dietro il mio discute:
a) Quale tavolo?
b) mi alzo senza fare rumore e me ne vado: voglio vivere in un mondo di pace;
c) mi ammutolisco e cerco di carpire ogni parola (e poi lui lo conosco: è quello che alle medie mi ha fregato la fidanzata).
5) Incontro di lavoro con Marzia de Pescecanis:
a) Spero che la sveglia suoni;
b) mi metto la giacca e la cravatta per fare una bella figura;
c) vado a vedere le sue foto su Facebook ed eventualmente mi metto la cravatta per fare bella figura.
c) vado a vedere le sue foto su Facebook ed eventualmente mi metto la cravatta per fare bella figura.
Maggioranza di A
Disconnesso. Sul pianeta terra ci sei finito per sbaglio caduto dall’astronave di E.T. che si è dimenticato di te e non si è manco preso la briga di telefonarti per chiederti dove eri. Ora sei qui e non sai che ore sono e che giorno è, fai bruciare ogni benedetto arrosto, però è molto piacevole rendersi conto che nudo o vestito sei sempre lo stesso. Quando ti metti i trampoli ci fai un po’soggezione, però ti donano. Precauzioni: se ti spogli di fronte a qualsiasi sconosciuto potresti rimanere deluso da alcuni elementi del genere umano. Non preoccuparti: può capitare. Con tutta probabilità nella prossima vita ti reincarnerai in un trapezista futuristico che camperà 150 anni.
Maggioranza di B
Potenziale spogliarellista. Spiare non ti interessa, ti piace di più essere un esempio per l’intero genere umano. Con il garbo e la gentilezza credi che si possa ottenere tutto. Invece a volte faresti bene ad assestare un bel colpo sulla faccia di chi ti ha pestato i piedi (leggere in termini metaforici). La tua vita la condividi con chi dici tu ed è solo nell’intimità che ti spogli definitivamente. Sei sulla buona strada per essere un forever25 forever, ma dosa meglio tutte queste buone maniere che un giorno potrebbero nausearti. Denudati più spesso e facci sognare.
Maggioranza di C
Spia in doppiopetto. Vai a nozze con gli affari degli altri ma solo se li vieni a scoprire per vie losche o indirette. Facebook è il tuo rifugio dove metti solo le foto in cui appari figo e giovane e mai quelle in cui risulti ridicolo e umano. Sei un esibizionista però non ti spogli mai definitivamente e quindi è difficile riuscire a capire se la tua essenza abbia il sapore del miele dell’Isola del giglio o delle cipolle di Tropea. Se ti concedi con il contagocce faremo fatica ad innamorarci di te. E tu farai fatica ad innamorarti di noi. Questo non ti preclude la possibilità di reincarnarti, nella prossima vita, in uno che è forever25 per ragioni genetiche.
Photo credit: Arianna Caroli
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