L'ho aspettata praticamente tutto il giorno, il 6 gennaio. Ma niente. Le ho mandato messaggi, fatto telefonate, mi sono messa in ginocchio a implorarla (ti prego, vieni) e anche a ricattarla: oggi o mai più. Se ne è fregata altamente e non mi ha fatto il dono della sua presenza. L'influenza, la più bella dell'anno, quella che arriva il 6 gennaio e prolunga per un altro paio di giorni le vacanze - giusto il tempo per disfare l'albero senza subire traumi troppi grossi - non è venuta. Lì per lì, l'ho presa male, ma sono una persona ragionevole per la mia tenera età e ho accettato l'assenza. E poi i patti erano chiari: oggi o mai più. Mai più. Perfetto.
Tutti quelli che si stano indignando per il fatto che è assurdo e immorale e inconcepibile che una persona desideri avere la febbre, forse non hanno mai veramente subito il trauma da rientro. Io ne ho sempre sofferto. Mi ricordo i 6 gennaio del 1985, 1986, 1987 e così via, ero una bambina distrutta all'idea di tornare a scuola, non tanto perché odiassi la scuola - in fondo non l'ho mai odiata davvero - quanto perché erano finiti i giorni in cui la mamma e papà e le nonne e la zia e lo zio e i cugini li avevo sempre tutti intorno. In più potevo vedere le amichette, rigorosamente femmine, quando volevo; potevo guardare i cartoni animati, giocare a Ok il prezzo è giusto - io ero la Zanicchi e M. tutti i concorrenti della puntata. Si andava avanti per ore e i concorrenti, ovviamente, cambiavano -; potevo vestire e svestire le bambole a tempo indeterminato e andare a dormire proprio quando avevo sonno, non quando era ora di andare a dormire essendo poi costretta a restare nel letto con gli occhi sbarrati a contare le pecore. E' stato proprio allora che ho capito che contare le pecore è del tutto inutile. Puoi anche arrivare a mille pecore senza prendere sonno. Tanto vale stare svegli a fare altro, dicevo io. Ma i miei genitori non erano d'accordo: preferivano che andassi a dormire per sentire un po' di silenzio e manco un perché.
Ci sono cose che restano addosso, anche se uno ha un cervello adulto ed è una persona vera. A me è rimasto il trauma da rientro. E un rapporto conflittuale con i miei capelli che sono inddisciplinati in proporzione diretta con l'aumento degli anni. Comunque l'influenza non è venuta e io ho ricominciato la mia vita normale che prevede molti incastri, diversi salti mortali e anche un bel po' di stress provocato dalla precarietà costante a cui in tanti siamo condannati. Vittimismo? Giammai.
Forse era per questo che mi piaceva di stare in pausa: per non pensare. Perché non pensare - specie alle cose che preoccupano - si può. E si vive in modo molto più sano, quel modo sano che conduce al centenario felicemente. Perché io che parlo tanto di centenario e di come si fa a campare cent'anni, penso anche che voglio diventare centenaria a patto di arrivarci in un certo modo.
Se devo campare altri 60 anni da esaurita, tanto vale campare di meno. Poi con gli anni si cambia. Anche idea e punto di vista. E quelli che una volta erano problemi ora non lo sono più. Ad esempio ora non ho più bisogno di visualizzare 1890 pecore che saltano la staccionata, per dormire: mi basta mettermi a pancia in sotto col braccio sotto il cuscino e svengo serenamente senza manco una pecora in giro. Dormo così profondamente che temo sempre che la sveglia potrebbe svegliare tutto il condominio tranne me. Ma questo non lo considero affatto un problema. E mi rendo conto che sempre meno cose rappresentano un vero problema. Essere stressati è un problema, però. Dover fare 732 cose in un giorno non lo è, ma lo potrebbe diventarlo qualora io un giorno, decida di liberare la mamma che è in me. Ma non è un pensiero di questi giorni. Nel frattempo ho imparato a fare il tiramisù, le ciambelline, il pollo al curry, la torta di mele e vari risotti. Roba che torna sempre utile.
Ho imparato anche a essere meno permalosa, più precisa, più ordinata. Ho imparato a non sbattere le porte in faccia, né a sbatterle (urlando) dietro di me. Ho imparato che la crema che metto sul viso si mette anche sul decollete e che diecimila passi al giorno, qualunque vita tu faccia, provocano ispirazione. Ho imparato che certe volte l'amore ti fa mettere al posto numero 2 e tu manco te ne accorgi. Ho imparato a chiedere scusa e a prendere le critiche nel verso giusto (il più delle volte, ora non esageriamo). Il tempo è sempre nella lista "da fare" ma mi sto impegnando in proposito. Ho imparato a chiamare le cose col loro nome e quindi ieri ho salvato dall'abbandono alcuni capi brutalmente buttati sugli scaffali di H&M. Li ho portati a casa, ho dato loro lo spazio di cui hanno bisogno e mi sono sentita solidale. Ho imparato che la cioccolata appena sveglia mi mette di buonumore e se mi lasciano per più di tre giorni senza scrivere, meglio non incontrarmi, in quei giorni. C'è dell'altro: prendo con abbastanza filosofia i cambi di programma, parlo tanto ma un po' meno e non salto il pranzo. Nonostante questo, vorrei essere più buona e più paziente, ricevere quel sì, anzi quei sì; dormire di più, prendere la vita con swing anche nei giorni un po' di merda e avere la febbre il 6 gennaio 2015. Chi nasce tondo, in fondo, per quanto si sforzi di essere quadrato, non lo sarà mai completamente.
Ho imparato anche a essere meno permalosa, più precisa, più ordinata. Ho imparato a non sbattere le porte in faccia, né a sbatterle (urlando) dietro di me. Ho imparato che la crema che metto sul viso si mette anche sul decollete e che diecimila passi al giorno, qualunque vita tu faccia, provocano ispirazione. Ho imparato che certe volte l'amore ti fa mettere al posto numero 2 e tu manco te ne accorgi. Ho imparato a chiedere scusa e a prendere le critiche nel verso giusto (il più delle volte, ora non esageriamo). Il tempo è sempre nella lista "da fare" ma mi sto impegnando in proposito. Ho imparato a chiamare le cose col loro nome e quindi ieri ho salvato dall'abbandono alcuni capi brutalmente buttati sugli scaffali di H&M. Li ho portati a casa, ho dato loro lo spazio di cui hanno bisogno e mi sono sentita solidale. Ho imparato che la cioccolata appena sveglia mi mette di buonumore e se mi lasciano per più di tre giorni senza scrivere, meglio non incontrarmi, in quei giorni. C'è dell'altro: prendo con abbastanza filosofia i cambi di programma, parlo tanto ma un po' meno e non salto il pranzo. Nonostante questo, vorrei essere più buona e più paziente, ricevere quel sì, anzi quei sì; dormire di più, prendere la vita con swing anche nei giorni un po' di merda e avere la febbre il 6 gennaio 2015. Chi nasce tondo, in fondo, per quanto si sforzi di essere quadrato, non lo sarà mai completamente.
ARIETE
Se
la tua paura più grande è che tua moglie ti rovesci una pentola di acqua
bollente mentre dormi, sappi che probabilmente sei molto paranoico e che non
basterà un oroscopo per farti invertire la rotta. Tuttavia qualcosa puoi fare: comportarti
con tua moglie come se fosse una principessa (così stai più tranquillo);
evitare di trattare il genere umano con sufficienza (moglie inclusa);
concentrarti sulle cose che ti stanno veramente a cuore; non affidarti alla
fortuna, non dare sempre la colpa agli altri. Tantomeno al destino. La
responsabilità, questa settimana, è tua. Su, sarà memorabile. In senso buono.
TORO
Andare
a guardare le foto di quando avevi 16 anni e miliardi di capelli non è un
reato. Però se poi ti prende male, non ti stupire. Scommetto che quando ne
avevi sedici, di anni, ti sentivi bello come un lavandino. Ora invece
pagheresti oro per tornare indietro. Tanto non funziona, di tornare indietro,
dico. Ma oggi sei più saggio e sai che tra dieci anni sentirai nostalgia di
come sei adesso e pure delle energie che hai. Vivilo bene, allora, l’oggi. E, dopo
tanto filosofeggiare, la bella notizia: mela vuole abbonarsi a te per altri 100
anni. Troppi?
GEMELLI
Cucinare
una cena speciale quando si è da soli è dura. Ma ci sono momenti in cui bisogna
prendersi cura di sé, se si vuole che anche gli altri si prendano cura di noi.
Si tratta di conseguenze. Questa settimana, Gemelli, dovrai prenderti cura di
te. Se dimostrerai a mela e al cosmo intero che ti vuoi bene, tutto il resto
arriverà da solo. E’ molto semplice. E ne vale la pena. Assai. Ah! Togliti quel
muso: t’invecchia.
CANCRO
Ad
aprile a Milano celebrano la prima giornata senza il rumore. L’iniziativa è
nata da un’idea di base: siamo perennemente sottoposti a bip, ring,
driiiiiiiiiiiiiiiiiiiin, brum e via dicendo e tutto questo ci distrae dalle cose
importanti, tipo noi stessi, la metà della mela, le nostre esigenze vere e ci
siamo capiti. Secondo i promotori della giornata in questione, una volta
arrivati a casa, non si dovrebbe subito accendere la televisione o la radio,
quando si sta a cena con altre persone bisognerebbe evitare di guardare il
telefono continuamente e cose simili. Non so se tutto questo porterà nella tua
vita ciò che desideri, di sicuro, prendere certe buone abitudini, ti aiuterà a
sentirti alla grande. Cioè come vuoi sentirti tu. Quindi: shhhhhhhhhhhhhh!
LEONE
Hai
aspettato i saldi per comprare quel cappottino tanto carino e poi te lo hanno
portato via sotto il naso. Hai creduto che mela ti avrebbe stupito con un gesto
eclatante o con una dichiarazione da sturbo invece lei è stata tiepida ieri e
oggi. Son cose che succedono. E fanno anche abbastanza innervosire. Ma fai una
cosa che nessuno si aspetterebbe da te: non ti innervosire. Non ti arrabbiare.
Non sbraitare. Non ti lamentare. Non rompere. Passa sopra a certe cose con la
nonchalance che Virgilio consigliava a Dante nel limbo. Insomma, sii superiore.
Il tuo sforzo non sarà vano: il cosmo, infatti, ti porterà libertà (dai
pensieri nocivi o impuri), amore (anche eterno, volendo), intelligenza
superiore (che torna sempre utile). Fico, no?!
VERGINE
Qualcuno
ha infranto il tuo sogno. Perdonarlo? Mai, dici tu. Invece perdona. Ma ricorda
il nome dei tuoi nemici, diceva Kennedy. Così da un lato dimostri di essere un
umano saggio, dall’altro alleni la memoria. Poi fai in modo pure che gli altri
non si approfittino più di te e la prossima volta che qualcuno entra nella tua
vita, imponigli di pulirsi le scarpe. Non è facile perdonare, ma tanto nutrire
rabbia è peggio. In più fa anche invecchiare. Tu, invece, devi restare giovane
per affrontare passioni struggenti, amori immensi, avventure stratosferiche che
porteranno emozioni adolescenziali. Il tutto senza acne. Mica poco.
BILANCIA
BILANCIA
Ci
sei cascato: ti sei messo a leggere su internet quante calorie hai ingerito
durante le feste e ora sei depresso. Errore. Mai sapere la verità sulle calorie.
Per certe cose è bene illudersi. Scopri quali e poi illuditi. Non fa male. Ma a
mela non mentire, mai. Dai. Per smaltire la ciccia, balla, invece di andare in
palestra e fai l’amore, invece di andare in palestra. E pure l’adrenalina e gli
ormoni si rimettono in movimento. Anche loro, se non lo sai, se lo meritano.
Buon divertimento.
SCORPIONE
Norvegia:
rana rimane congelata per andare a cercare la sua metà della mela. Non è una
storia tenerissima? Sì. In più dimostra che l’amore è il più grande motore. Hai
dieci minuti di tempo per riprenderti dopo la triste storia della rana
innamorata e un’ora per fare un gesto d’amore verso la tua, di metà della mela.
Non ti sei accorto che ti fa ringiovanire, battere il cuore, commuovere,
sperare, sognare come il primo giorno? Ecco. Questa settimana avrai anche la dimostrazione
tangibile che il lavoro non è tutto nella vita. C’è anche altro. Che merita il
tuo tempo. Sorridi, ti aspettano giorni un po’ swing, un po’ rock, un po’
alternative. Fai le scelte giuste.
SAGITTARIO
Qualcuno
dice che le storie a distanza siano le più semplici da gestire. Falso. Ancora
non l’ho vista, ma so che la mia amica S., appena tornata da una lunga
trasferta col suo cavaliere che vive lontano, avrà una faccia abbattuta. A lei
dell’amore piace anche la quotidianità. Che poi, se ci pensi, è proprio
l’amore. Quello di tutti i giorni. Che si mischia alla vita qualunque che diventa
bella perché c’è l’amore. E’ vero, ci sono andata pesante col romanticismo. Per
questa settimana, seguimi. E fallo anche tu, sii romantico. Ama. Ma resta pure
coi piedi per terra. Ama. Anche quando mela ha le ruzze. Ama. Pure sei stanco. Ama.
Pure se mela la mattina ha i capelli come uno scopettone. Sarà tutta salute.
CAPRICORNO
Ormai
se non ti fai le selfie (gli autoscatti col cellulare) e poi le pubblichi sui
social non sei nessuno. Meglio. In base ai presagi astrali, una ventata di culo
e tempismo ti ha preso in pieno e ora hai di meglio da fare che non le foto con
la faccia sexy. Ora che l’apparenza è l’ultimo dei tuoi pensieri, sei
finalmente la persona fighissima che eri un tempo e che avevi dimenticato di
nascondere dentro. Resta così. Non ti montare la testa, sii generoso quando
diventerai miliardario, accetta la verità anche quella che non ti piace e non
ti ubriacare per festeggiare tutte le buone notizie che arriveranno. Ogni tanto
bevi pure acqua. Con affetto.
ACQUARIO
“Il matrimonio è
l’abito da sposa. Dopo ovviamente c’è il marito” diceva il regista Jean Anouilh. Se te lo dico, Acquario, è perché mi pare che
ultimamente tu stia facendo poca attenzione alla questione delle priorità. Ora,
però, è tempo di riordinarle onde evitare che ti confondano le idee
definitivamente. Una volta spostato quello lì e l’altro qua, ecco che tutto
sarà rassicurante. Prenderti una vacanza dalla parte più meditativa di te ti
semplificherà la vita. Prenderti una vacanza dal lavoro sarà dura, ma non
disperare: tra qualche mese (leggi agosto) ci riuscirai. L’amore ti fa tremare
le ginocchia. Resta in piedi.
PESCI
Il
trauma più grande dopo le vacanze non è ricominciare le lezioni di danza e
accorgerti che il tuo corpo non reagisce più come venti giorni fa; non è
nemmeno il fatto che i jeans ti impediscono di piegarti e nemmeno quello di sapere
che le prossime vacanze sono lontanissime: il problema è sentire la sveglia e
seguirla. Ma lei resterà il tuo incubo
per tutta la settimana. In compenso, se ti può consolare, accadrà quanto segue:
tornerai il ballerino flessuoso che eri (o altro, se la danza non fa per te); i
jeans torneranno a farti respirare e le vacanze arriveranno prima del previsto.
Insieme a un bel po’ d’amore e a un lavoro, perché no. Ma di quelli senza
tredicesima. Fanne un uso consapevole.
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