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domenica 14 gennaio 2018

"Vedrai...". Cose che è stato meglio non sapere, mesi che corrono (12) e ometti grandi

Mi dicevano: ‘’Vedrai quanto ti cambia la vita’’. E mi suonava tanto come una minaccia. Adesso lo capisco, cosa intendevano. In effetti sì, è cambiata la lunghezza delle notti. È cambiata la percezione e la gestione del tempo. È cambiato il concetto di pulizia della casa. Mi sono rassegnata a ritrovare conchigliette e anellini in ogni angolo. Non faccio che pestare palline e coccodrilli e rischio parecchio ogni volta che mi imbatto in una macchinina a carica. È cambiato anche il destinatario degli acquisti. Sono cambiate le preoccupazioni (cioè, alle vecchie se ne sono aggiunte nuove) ed è cambiato il modo in cui reagisco a un colpo di tosse o a uno starnuto (panico). È cambiato tutto, soprattutto il modo in cui guardo il mondo. Ora anche per me i palloncini sono la cosa più emozionante e vederne uno che si sgonfia, una tristezza. E chissene se vado in giro con le maniche sporche di formaggino: quando tu ti sporgi per farmi una carezza, è impossibile non prendersela, non importa quanto siano incollate – e di cosa – le tue manine. È cambiato il mio modo di essere impaziente. E la parola amore si è illuminata di nuove, prepotenti sfumature. È cambiato il mio modo di mettermi in discussione: ora lo faccio continuamente, sperando di essere all’altezza di questo compito difficilissimo che è fare il genitore. Non smetterei mai di guardarti mentre raggiungi i tuoi piccoli traguardi, mi commuovi mentre, soldo di cacio, vuoi far diventare il mondo il posto che dici tu. Farei di tutto per evitare che tu conosca la delusione ma non sono così invincibile come mi vedi tu anche se, in qualche modo, mi hai reso tale. Ti amo sopra ogni cosa, ometto mio. Buon primo compleanno. E almeno 100 di questi giorni. Poi, se la notte vuoi dormire, non ci offendiamo. #onelove.


domenica 14 maggio 2017

Sembra impossibile finché non lo fai. Dopo, in un certo senso, ti senti alle Hawaii. Autocelebrazione della mamma (senza colazione a letto)

La calma piatta di una domenica normale?
Non direi proprio, questo è un giorno molto speciale:
si festeggiano le mamme di tutto il mondo,
quelle con le facce stanche o il sedere rotondo;
quelle appena nate, quelle belle e navigate;
quelle coi capelli bianchi e quelle perfette e mechate;
quelle esaurite che non dormono da mesi;
quelle orientali, danesi e norvegesi;
chi dentro la pancia ha solo un semino
che tra qualche mese diventerà un bambino;
chi ha perso la memoria e non ricorda suo figlio
e quando lo vede lo accoglie con uno stanco sbadiglio;
le cozze e le milf, cioè le superfighe
quelle sempliciotte e quelle che leggono tra le righe.




Donne meravigliose, uniche, essenziali,
che hanno (quasi) sempre soluzioni geniali.
Poi c'è la mia che è la numero uno
e ovviamente non la paragonerò a nessuno.
Per la prima volta festeggia pure la sottoscritta
quindi lo ammetto: sì, l'amore mi ha trafitta.
Sono ancora io ma il cuore ho più grande
pieno di crema, di panna e di altre sdolcinate vivande.



Vi risparmio tutte le cose sentite e risentite
tanto le scorpione confermano che non sarebbero capite.
Però mi sembrava giusto dedicarmi un sonetto,
un momento di autocelebrazione ci sta
dopo quel morbido maschietto.
Lo so, preferivate la colazione a letto
ma per quella chiedete (PER FAVORE) al vostro dirimpetto.




Tornando a quell'ometto che dorme quanto basta
più ci rifletto
più la gioia mi sovrasta.
Ma essere mamma vuol dire tante cose
il che significa che ci sono anche le spine, non solo le rose.
Riso, pianto, sentirsi inadeguate
amore a palate, scoperte e anche un po' di unghiate.
Prima isterica, poi estatica, dell'ormone sei in balia,
sarà stato così pure per la più celebre Maria?
Dita in bocca, bavette e vomitini
sembra assurdo, ma anche quelli a una mamma sembran carini.
Urla ininterrotte, perenne torcicollo
''chiamo il pronto soccorso''
così, tra capo e collo.
''Quanto pesa?'' ''Dorme?'', le domande di rito
da quando F. ha emesso il suo primo vagito.
Ormai mi è cambiato il cuore, il seno e la testa,
a volte è un campo di peonie, a volte una tempesta.



Per dire, oggi è un giorno strano e un pensiero mi tormenta
domani torno a lavorare e ho paura: sarò una mamma disattenta?
Lo so, son paranoie, ma fanno parte del gioco,
l'ho imparato in questi mesi, che sono stati di fuoco.
Raccontarli in rima sarebbe una lunga impresa
ma viste le notti (insonni), semmai, preferisco mettermi distesa.


Per concludere questo momento ''narciso''
una considerazione secca
della quale nessuno mi aveva dato avviso:
non so come facessi prima di gennaio
quando una linea di febbre non era certo un guaio,
quando il tempo era tutto per me (e te)
e solo per divertimento facevo le tre
quando non pensavo a vaccini e asili nido
semmai con la mente (e il corpo) vagavo per qualche esotico lido
quando potevo andare in giro con la chioma al vento
e quando dormivo non sentivo alcun lamento.



Ora la casa è piena di elefanti
sonagli, ciuccetti, rinoceronti dondolanti;
ho già cambiato centinai di pannolini
aspirato caccolette, sbaciucchiato piedini.
Sembra tutto impossibile finché non lo fai
dopo, in un certo senso, ti senti alle Hawaii
spiegare il motivo è davvero insensato
so solo una cosa: il mio cuore è beato.
In fondo le passioni non ti mandano a dormire
di tempo ne avrai, no?, per startene a poltrire.
Buona giornata anche a te che sei mamma
non far spegnere mai la tua ardente fiamma.
Il tempo a disposizione adesso è finito
e come ogni volta da queste parti, è stato squisito.
Ah dimenticavo una cosa sacrosanta,
la verità più assoluta, il pezzo da novanta:
anche quando ha torto, una mamma ha ragione,
così da mezzanotte alla successiva colazione.